Vaccino anti-epatite A (HAV)
L’epatite A è una malattia infettiva causata dal virus omonimo (HAV: Hepatitis A Virus), un microrganismo tipicamente acquisito per via orale (attraverso l'ingestione di acqua o cibo contaminati) o in seguito al contatto con altre persone infette e che tende a replicarsi a livello del fegato. Questa patologia è presente in tutto il mondo e risulta endemica (ossia stabilmente presente in un determinato territorio) in alcune aree, in particolare Centro e Sud America, Paesi del Bacino del Mediterraneo, Medio Oriente, Asia e Pacifico Occidentale. Il rischio di acquisire questa infezione è maggiore in condizioni di carenza di acqua potabile e di scarsa igiene. Per tali ragioni, il miglioramento delle condizioni igieniche e delle pratiche di igiene personale sono, accanto alla vaccinazione, le risorse migliori per la prevenzione di questa patologia.
[Per approfondimenti sulla patologia si rimanda all’apposita sezione del sito]
Quanti vaccini esistono e come sono fatti?
I vaccini contro l’epatite A disponibili in Italia sono tutti vaccini a virus inattivato e vengono somministrati tramite un’iniezione intramuscolare. Si può trovare sia il vaccino monovalente, in formulazione pediatrica e per adulti, sia il vaccino combinato (associato al vaccino anti epatite B). Il numero di dosi e l’intervallo di somministrazione tra le stesse variano a seconda del vaccino utilizzato.
Chi si deve vaccinare?
La vaccinazione contro l’epatite A è raccomandata, a partire dal 12° mese di vita, nei seguenti soggetti a rischio:
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soggetti affetti da patologie epatiche croniche
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soggetti che vivono in luoghi in cui vi sono focolai epidemici
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pazienti che effettuano terapie a lungo termine con emoderivati
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consumatori di sostanze stupefacenti
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uomini che hanno rapporti sessuali non protetti con altri uomini
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tutti i viaggiatori non immuni che si recano in Paesi o in aree a rischio (per ulteriori informazioni rimandiamo alla sezione del sito dedicata ai viaggiatori)
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familiari, o coloro che hanno contatti stretti con persone affette dalla malattia
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soggetti che lavorano in laboratori di ricerca in cui è possibile il contagio
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soggetti che sono stati esposti al rischio di infezione con virus dell’epatite A (entro 14 giorni dall’esposizione)
Chi non deve essere vaccinato?
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soggetti allergici al principio attivo o ad uno qualsiasi degli altri componenti del vaccino (elencati nello specifico foglio illustrativo)
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soggetti che hanno precedentemente manifestato una reazione allergica a qualsiasi vaccino contro l’epatite
Quando rimandare la vaccinazione?
In presenza di infezioni gravi con temperatura elevata (oltre 38°C) è sconsigliato sottoporsi alla vaccinazione. In presenza di infezioni lievi (come un raffreddore) è invece possibile effettuarla, ma bisogna comunque informare il medico della presenza di qualsiasi sintomo e di qualsiasi condizione patologica in atto.
Nel caso in cui sia in corso, si sospetti o si stia pianificando una gravidanza, o nel caso in cui si stia allattando con latte materno, è sempre opportuno informare il proprio medico prima di procedere alla vaccinazione.
I rischi della vaccinazione
I solidi dati del nostro sistema di vigilanza mostrano che i vaccini, come tutti i farmaci, non sono esenti da rischi, ma che questi sono di gran lunga inferiori a quelli i legati alle malattie che le vaccinazioni prevengono.
Le principali reazioni avverse riscontrate in seguito alla vaccinazione contro l’epatite A sono: agitazione, febbre, reazione cutanea generalizzata, linfoadenopatia e diarrea.