Tetano

Il responsabile del tetano è un batterio denominato Clostridium tetani. Esso si ritrova sotto forma vegetativa o, in situazioni ambientali non favorevoli, sotto forma di spora.

La forma vegetativa vive abitualmente nell’intestino degli animali ed è scarsamente resistente nell’ambiente esterno; al contrario, le spore sono molto resistenti e, espulse con le feci, possono persistere per anni nell’ambiente. Il microrganismo nella fase vegetativa produce una tossina responsabile dei quadri clinici della malattia.

Vie di trasmissione

Il tetano può insorgere da ferite banali o inapparenti contaminate dalle spore del tetano. Il tetano non si trasmette da persona a persona. Se persistono le condizione ideali, lesioni con assenza di ossigeno, le spore germinano dando origine alle forme vegetative e alla conseguente produzione della tossina.

Sintomi e complicanze

La tossina tetanica, una volta entrata nell’organismo attraverso una ferita, è in grado di arrivare al Sistema Nervoso Centrale attraverso il flusso sanguigno o i nervi. Una volta presente nel Sistema Nervoso Centrale compromette la trasmissione di impulsi inibitori a livello delle sinapsi, causando contrazioni e spasmi diffusi. Il periodo di incubazione varia da 3 a 21 giorni, di solito circa 8 giorni. In generale, quanto più il sito della lesione è lontano dal sistema nervoso centrale, più lungo è il periodo di incubazione. Sono state descritte diverse forme di tetano:

  • tetano locale: è raro, ed è caratterizzato da contrazioni muscolari persistenti nell’area della ferita. Queste contrazioni possono persistere per molte settimane prima della graduale scomparsa. Solo l'1% dei casi è fatale.
  • tetano cefalico: è raro e si presenta con otite media (infezioni dell'orecchio) in cui C. tetani è presente nella flora dell'orecchio medio, o in seguito a lesioni alla testa.
  • tetano generalizzato: Il tipo più comune (80% circa). La malattia si presenta di solito con un andamento discendente. Il primo segno è il trisma o cioè la contrattura del muscolo massetere che dà al volto del paziente un aspetto caratteristico (riso sardonico), seguita da rigidità del collo, difficoltà a deglutire, e rigidità dei muscoli addominali. Altri sintomi includono temperatura elevata, sudorazione, pressione arteriosa elevata, tachicardia. Gli spasmi possono verificarsi frequentemente e durano per diversi minuti. Il paziente rimane conscio e gli spasmi muscolari, provocati da stimoli anche minimi, causano dolore. Gli spasmi continuano per 3-4 settimane. La guarigione completa può richiedere mesi.
  • tetano neonatale: è una forma di tetano generalizzato che si verifica nei neonati. Colpisce bambini nati da madri non vaccinate, che non hanno quindi la protezione conferita nei primi mesi di vita dagli anticorpi materni. Di solito si verifica attraverso infezioni del moncone ombelicale non cicatrizzato, in particolare quando il moncone è tagliato con uno strumento non sterile. I sintomi sono quelli del tetano generalizzato, con una elevata letalità. Il tetano neonatale è comune in alcuni Paesi in via di sviluppo e ha causato più di 257.000 morti l'anno in tutto il mondo nel periodo 2000-2003.

Il tetano può determinare diverse complicanze. Lo spasmo delle corde vocali e/o lo spasmo dei muscoli della respirazione tanto da mettere in seria difficoltà la respirazione porta a problemi con la respirazione. Gli spasmi muscolari possono determinare fratture della colonna vertebrale o delle ossa lunghe. L’iperattività del sistema nervoso autonomo può portare a ipertensione o aritmie. Negli ultimi anni, il tetano è stata fatale in circa l'11% dei casi segnalati. I casi che hanno più probabilità di essere fatali sono quelli che si verificano in persone con più di 60 anni (18%) e le persone non vaccinate (22%).

La letalità del tetano è di circa il 50%.

Impatto sulla popolazione

L’OMS riporta una riduzione dei casi di tetano in tutto il mondo anche in relazione all’aumento delle coperture vaccinali, e nel 2011 ha riportato 14.132 casi di tetano in tutto il mondo, dal 2008 al 2010 sono stati stimati 61.000 decessi per tetano.

Nella Tabella 1 sono riportati i dati relativi ai casi di tetano segnalati in Italia dal 1971 al 2000. Appare evidente una forte riduzione del numero dei casi rilevati sul territorio nazionale a partire dall’introduzione della vaccinazione obbligatoria nei bambini all’inizio degli anni Sessanta.

Tabella 1

Tabella 1. Casi di tetano e tassi di incidenza segnalati in Italia dal 1971 al 2000, per genere e fasce di età (fonte: Epicentro)

In seguito, come visibile dal Grafico 1, la diminuzione dei casi è avvenuta più lentamente. Il minimo storico è stato raggiunto nel 2005 con 49 casi (Tabella 2); nel 2010 sono stati segnalati 58 casi di tetano all’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control).

Grafico 1

Grafico 1. Andamento dei casi di tetano segnalati annualmente in Italia dal 1996 al 2006 (fonte: Epicentro).

Anno M F Totale
1996 31 74 105
1997 31 72 103
1998 38 69 107
1999 25 66 91
2000 34 64 98
2001 19 44 63
2002 22 47 69
2003 18 55 73
2004 16 40 56
2005 10 39 49
2006 26 38 64

Tabella 2. Andamento del numero dei casi di tetano in Italia dal 1996 al 2006 (fonte: Ministero della Salute)

Tutti i casi di tetano osservati in Italia nel corso degli ultimi anni riguardano persone che non erano mai state vaccinate, o non erano vaccinate in modo adeguato (< 3 dosi, o intervallo superiore a 10 anni dall’ultima dose). Nella maggior parte dei casi di tetano segnalati in questi ultimi anni, l'infezione è stata provocata da ferite o da escoriazioni di modesta entità.

Fonti / Bibliografia
  • Manuale Merck online
  • ECDC Surveillance – Relazione epidemiologica annuale 2011
  • Dati Epicentro
  • Dati WHO 2011
  • Piano Nazionale Prevenzione Vaccini 2012-2014
  • Epidemiology and Prevention of Vaccine-Preventable Diseases, The Pink Book: Course Textbook, 12th Edition Second Printing (May 2012)
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