Parotite
La parotite, conosciuta fin dall'antichità con il nome popolare di “orecchioni”, è una malattia infettiva e contagiosa che si localizza in vari organi e tessuti, ma preferenzialmente interessa le prime vie aeree (faringe, laringe e trachea) e le ghiandole salivari.
L'agente responsabile è un virus, chiamato virus della parotite.
Vie di trasmissione
Il virus della parotite si diffonde attraverso le goccioline di saliva emesse nell’aria dal malato o per contatto diretto con materiale contaminato da saliva infetta. Il virus si può ritrovare nella saliva per 1-6 giorni prima della comparsa dei primi sintomi e per tutta la durata della malattia. Durante questo periodo il malato può trasmettere la malattia alle persone che vivono attorno a lui.
Sintomi
Dopo un periodo d’incubazione che può durare da due a quattro settimane (in media 16-18 giorni), la malattia esordisce con sintomi non specifici come febbre modesta, malessere, perdita dell’appetito e cefalea.
Nel giro di 2-3 giorni la parotide aumenta di dimensioni procurando al malato dolore alle orecchie e alla palpazione dell’angolo della mandibola (zona parotidea). L’infiammazione delle parotidi conferisce al viso del malato l’aspetto caratteristico da cui deriva la denominazione di “orecchioni”. Di solito è colpita prima una parotide e dopo un paio di giorni l’altra, ma non è raro che venga colpita solo una delle due. In circa il 10% dei casi si ha il coinvolgimento anche delle altre ghiandole salivari (sottomandibolari e sottolinguali).
La sintomatologia generale e locale regredisce nel giro di una settimana; se non insorgono complicanze, la malattia si risolve completamente nell’arco di 10 giorni.
Complicanze
- Nei bambini la parotite è considerata una malattia ad evoluzione benigna, ma non è priva di complicanze. Queste si verificano più di frequente se la malattia viene acquisita dopo la pubertà o in età adulta e possono presentarsi anche senza che compaiano i classici sintomi di infiammazione alle ghiandole salivari.
Le complicanze più frequenti sono:
- Meningite: si osserva in circa il 10% dei pazienti e si risolve senza sequele dopo 3-10 giorni.
- Encefalite: si osserva in circa il 0.06-0.03% dei casi; porta raramente alla morte, ma si possono avere conseguenze permanenti.
- Orchite (infiammazione dei testicoli): è la complicanza più frequente nei maschi in età post-puberale, infatti può colpire fino al 38% dei maschi in questa età. E’ una malattia infiammatoria molto dolorosa, caratterizzata da gonfiore di uno o entrambi i testicoli. Circa la metà dei pazienti con orchite sviluppa qualche grado di atrofia testicolare; la sterilità è un evento raro.
- Ooforite (infiammazione delle ovaie): colpisce circa il 5% delle femmine che contraggono la malattia dopo la pubertà. Non è associata a sterilità.
- Pancreatite: è una complicanza rara (4%); l’infiammazione del pancreas determina la comparsa di un aumento transitorio e reversibile dei livelli di glucosio nel sangue.
- Sordità: colpisce 1 persona ogni 20.000 malati. E’ dovuta ad un’azione diretta del virus sulle cellule dell’orecchio interno. Di solito colpisce un solo orecchio ed è permanente. La parotite rappresenta nei bambini la principale causa di sordità neurosensoriale acquisita.
Altre complicanze meno frequenti sono artrite e nefrite. Inoltre, il contagio durante il primo trimestre di gravidanza è associato ad un’alta percentuale di aborti spontanei (25%); non comporta invece il rischio di malformazioni per il feto.
Impatto sulla popolazione
La patologia è endemica (cioè sempre presente nella collettività) con picchi epidemici che si presentano ogni 2-5 anni.
La maggior parte dei casi di malattia si verificano nel tardo inverno e all'inizio della primavera.
Sebbene la malattia possa presentarsi ad ogni età, questa si verifica più frequentemente in bambini di età compresa fra 5 e 10 anni. Negli ultimi anni in Europa è stato riscontrato un aumento dei casi tra gli adolescenti e i giovani adulti, che sono i soggetti maggiormente esposti al rischio di complicanze.
In Italia, a partire dal 1999, si è registrato un progressivo aumento delle coperture vaccinali e, in parallelo, un calo continuo del numero dei casi, che dal 2003 sono scesi stabilmente sotto i 5.000 all’anno.