TETANO: ECDC denuncia pericolosità della malattia soprattutto negli anziani.
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie fa il punto nel suo report sulla malattia nel 2017: tra i casi denunciati l'Italia è in testa nel 2017 con il 40% in Europa, che diventa il 63% tra quelli confermati. I più a rischio - anche di mortalità - sono gli over 65 e i bambini. Ed ECDC afferma che c'è bisogno di mantenere un'elevata immunità da vaccino in tutte le fasce di età.

Nel 2017 il tetano ha colpito ancora: 46 casi confermati in Europa (82 denunciati) per una malattia che dovrebbe essere stata sconfitta dalle vaccinazioni e di questi ben 30 (il 63% circa) tutti in Italia, con soli altri 6 Stati dove si sono avuti casi: 7 in Romania, 4 in Francia, 2 in Danimarca e uno rispettivamente in Spagna, Paesi Bassi, Malta.
L’italia è sempre in testa con 33, seguita questa volta dalla Polonia con 11 (ma nessun caso di questi è stato confermato), ancora dai 7 casi rumeni e 4 francesi (tutti confermati), da 6 casi in Spagna si cui però solo uno è stato confermato, 5 nel Regno Unito, 2 in Svezia, uno in Slovacchia, uno in Estonia e in Irlanda e 2 in Croazia e in Grecia, nessuno confermato e poi ancora dai casi, stavolta tutti confermati, della Danimarca (2), Malta e Paesi Bassi (entrambi con un caso).
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), nel suo ultimo rapporto sulla malattia afferma che il numero di casi segnalati è stato simile al numero di casi segnalati nel 2016, che gli adulti di età pari o superiore a 65 anni sono stati la fascia d'età più colpita, e le donne hanno rappresentato la maggioranza dei casi. I casi si sono manifestati più frequentemente nei mesi più caldi, associati a livelli più alti di attività all'aperto, ma, l'attuale epidemiologia del tetano nell'UE/SEE può essere spiegata da una copertura vaccinale inferiore o comunque con una riduzione declino dell'immunità nelle popolazioni più anziane. La mortalità dei casi può variare dal 10% al 70% a seconda del trattamento, dell'età e della salute generale del paziente. Nelle fasce di età più giovani e più anziane e in assenza di terapia intensiva, i casi fatali si avvicinano al 100 per cento.
La situazione in pillole:
Italia e la Polonia hanno rappresentato il 54% di tutti i casi notificati, ma dieci paesi non hanno segnalato casi.
Il tasso di notifica UE/SEE è tato di 0,02 casi ogni 100 000 abitanti, che è compreso nell'intervallo segnalato dal 2012. Il tasso più alto è stato segnalato da Malta (0,22 casi per 100 000 abitanti).
Tra il 2013 e il 2017, l'Italia ha anche riportato il 44,3% (231) di tutti i casi (522) segnalati da 26 Stati membri dell'UE/SEE e dei 231 casi il 78% si è verificato nella fascia d'età di 65 anni e oltre.
L’ECDC sottolinea che la maggior parte dei casi di tetano riportati in tutto il mondo sono associati alla nascita e si verificano in paesi a basso reddito da madri non vaccinate.
Il tasso di notifica del tetano nei paesi UE/SEE rimane molto basso. Nell'UE/EEA, la vaccinazione contro il tetano è iniziata come parte del programma di immunizzazione primaria infantile (3-4 dosi nei primi 2 anni di vita).
Tutti i paesi raccomandano anche le dosi di richiamo per bambini e adolescenti dopo aver completato le prime vaccinazioni e la maggior parte degli Stati membri raccomanda il richiamo per gli adulti che hanno compiuto 18 anni o oltre.
Secondo la più recente posizione dell'Oms sui vaccini antitetanici, una serie primaria a tre dosi e tre dosi di richiamo sono raccomandate per fornire una protezione permanente contro il tetano, idealmente con almeno quattro anni tra le dosi di richiamo. L'immunità protettiva è persistente per 20-30 anni dopo che è stata somministrata una sesta dose di vaccino.
Il report ECD conclude che a causa della sua gravità, il tetano rappresenta un rischio per le persone non vaccinate o insufficientemente vaccinate. C'è bisogno di mantenere un'elevata immunità da vaccino in tutte le fasce di età e consapevolezza della potenziale minaccia per i non immunizzati. Strategie per proteggere gruppi specifici, in particolare gli anziani, devono essere considerate in paesi con tassi più alti di malattia.
In allegato il report completo.